Al Direttore del quotidiano
“ IL CENTRO”
Sede
Egregio
direttore Le invio questa mia lettera con la speranza che l’argomento trattato
possa incontrare l’interesse dei lettori
e trovare spazio nella rubrica dedicata. Ringraziandola per l’attenzione
riservatami La saluto cordialmente ing Raffaello Carlone.
“IL MALE OSCURO DELLA SINISTRA ABRUZZESE”
Le
cronache regionali regalano, in questi giorni,un quadro desolante delle lotte
intestine alla sinistra con scambi di accuse e climi da resa dei conti che certamente non contribuiscono a
riaccendere in tante persone, deluse come me, quello spirito di appartenenza ad
un’area politica che in altri tempi è riuscita ad esprimere valori e
comportamenti capaci di incidere in modo positivo sulla società abruzzese.
Mi
riferisco in particolare alle vicende relative alle iniziative di campagna
acquisti del segretario regionale di Sinistra e Libertà , ai “trappoloni “
reciproci tra il sindaco di Vasto ed il Presidente del Consiglio Comunale di
quella città, ai tentennamenti amletici, dell’ ex Presidente della Provincia di
L’Aquila, sulla sua prossima collocazione partitica, ai commissariamenti di
intere federazioni attuate dal segretario regionale del PD e potrei continuare
ancora a lungo ma mi astengo dal farlo ed a tale proposito voglio ringraziare
il suo giornale per il puntuale ed approfondito rendiconto giornaliero sulle
mille operazioni che “la politica dei nani” celebra senza soluzioni di
continuità lontano dal paese reale del quale non si è più capaci di
intercettare bisogni ed aspettative.
Anche
nella nostra regione sono emersi negli ultimi tempi “rottamatori del sistema
politico”; figure che però, in molti casi, non hanno altro bagaglio di cultura
politica alle spalle se non quello di una militanza all’ombra dei padroni della
sinistra regionale Giovanni Legnini, Giovanni Lolli, Gianni Melilla, Stefania
Pezzopane, Giovanni D’Amico e chi più ne ha più ne metta; rottamatori che non
si muovono sulla base di una nuova proposta politica ma agiscono e costruiscono
“le strategie della surrogazione” cercando di ricavare spazi non di potere ma di
sopravvivenza personale non avendo né le capacità né i titoli per affrontare le
sfide della vita senza la copertura della politica; è di questi giorni, ad
esempio, la notizia di un ex assessore della provincia dell’Aquila, trasferito
alla corte romana del PD con incarichi nel settore della politica ambientale,
del quale i più ignorano la competenza specifica ma conoscono la funzionalità
ai disegni di potere di qualche “piccolo” politico aquilano. Sarebbe troppo
facile, come in questi casi, sparare sulla Croce Rossa; ciò che la classe
dirigente, di quella che ancora considero la mia area politica di riferimento,
dovrebbe capire è che scaduto, senza supplementi, il tempo delle pacche sulle
spalle e delle riunioni nelle quali veniva riportato alla base il verbo delle
segreterie e dei consigli nazionali; l’Abruzzo non ha più bisogno di uomini
politici, ai vari livelli territoriali, che recitino il loro ruolo in una sorta
di gioco delle parti nel quale
dimostrano di aver assimilato alla perfezione la perversa filosofia del
berlusconismo; abbiano questi signori il coraggio di un confronto continuo con
il territorio, con i suoi problemi quotidiani attraverso il rapporto con i
cittadini, molti dei quali (professionisti,impiegati,pensionati, operai,
disoccupati etc) impegnati nei gazebo alla raccolta delle firme per le
dimissioni del Governo non hanno avuto il piacere di vedere qualche politico
presente e partecipe. Un dubbio sorge spontaneo: quelli che nella sinistra
rivestono ruoli istituzionali danno la sensazione di evitare il confronto
andando a barattare la forza dell’elettorato delle aree di provenienza e di cui
non sono proprietari con ricandidature, riconferme o promozioni, consapevoli
che un preliminare confronto diretto con la militanza di base li spazzerebbe
via impietosamente; penso che non abbiano la percezione che quello attuato è un comportamento oltre che autolesionistico
anche di puro danno per tutta l’area politica di appartenenza che,
credetemi, ha esaurito una pazienza
stoica e che non intende più affidare il futuro dei propri figli né a
Berlusconi, né ad un berlusconismo altamente contagioso.
ing.
Raffaello Carlone
Nessun commento:
Posta un commento