martedì 20 dicembre 2011

opinioni




                                                                                                          Al Direttore del quotidiano
                                                                                                                                “ IL CENTRO”
                                                                                                                                 Sede

Egregio direttore Le invio questa mia lettera con la speranza che l’argomento trattato possa incontrare l’interesse  dei lettori e trovare spazio nella rubrica dedicata. Ringraziandola per l’attenzione riservatami La saluto cordialmente ing Raffaello Carlone.
                                                  “IL MALE OSCURO DELLA SINISTRA ABRUZZESE”
Le cronache regionali regalano, in questi giorni,un quadro desolante delle lotte intestine alla sinistra con scambi di accuse e climi da resa dei conti  che certamente non contribuiscono a riaccendere in tante persone, deluse come me, quello spirito di appartenenza ad un’area politica che in altri tempi è riuscita ad esprimere valori e comportamenti capaci di incidere in modo positivo sulla società abruzzese.
Mi riferisco in particolare alle vicende relative alle iniziative di campagna acquisti del segretario regionale di Sinistra e Libertà , ai “trappoloni “ reciproci tra il sindaco di Vasto ed il Presidente del Consiglio Comunale di quella città, ai tentennamenti amletici, dell’ ex Presidente della Provincia di L’Aquila, sulla sua prossima collocazione partitica, ai commissariamenti di intere federazioni attuate dal segretario regionale del PD e potrei continuare ancora a lungo ma mi astengo dal farlo ed a tale proposito voglio ringraziare il suo giornale per il puntuale ed approfondito rendiconto giornaliero sulle mille operazioni che “la politica dei nani” celebra senza soluzioni di continuità lontano dal paese reale del quale non si è più capaci di intercettare bisogni ed aspettative.
Anche nella nostra regione sono emersi negli ultimi tempi “rottamatori del sistema politico”; figure che però, in molti casi, non hanno altro bagaglio di cultura politica alle spalle se non quello di una militanza all’ombra dei padroni della sinistra regionale Giovanni Legnini, Giovanni Lolli, Gianni Melilla, Stefania Pezzopane, Giovanni D’Amico e chi più ne ha più ne metta; rottamatori che non si muovono sulla base di una nuova proposta politica ma agiscono e costruiscono “le strategie della surrogazione” cercando  di ricavare spazi non di potere ma di sopravvivenza personale non avendo né le capacità né i titoli per affrontare le sfide della vita senza la copertura della politica; è di questi giorni, ad esempio, la notizia di un ex assessore della provincia dell’Aquila, trasferito alla corte romana del PD con incarichi nel settore della politica ambientale, del quale i più ignorano la competenza specifica ma conoscono la funzionalità ai disegni di potere di qualche “piccolo” politico aquilano. Sarebbe troppo facile, come in questi casi, sparare sulla Croce Rossa; ciò che la classe dirigente, di quella che ancora considero la mia area politica di riferimento, dovrebbe capire è che scaduto, senza supplementi, il tempo delle pacche sulle spalle e delle riunioni nelle quali veniva riportato alla base il verbo delle segreterie e dei consigli nazionali; l’Abruzzo non ha più bisogno di uomini politici, ai vari livelli territoriali, che recitino il loro ruolo in una sorta di gioco delle parti  nel quale dimostrano di aver assimilato alla perfezione la perversa filosofia del berlusconismo; abbiano questi signori il coraggio di un confronto continuo con il territorio, con i suoi problemi quotidiani attraverso il rapporto con i cittadini, molti dei quali (professionisti,impiegati,pensionati, operai, disoccupati etc) impegnati nei gazebo alla raccolta delle firme per le dimissioni del Governo non hanno avuto il piacere di vedere qualche politico presente e partecipe. Un dubbio sorge spontaneo: quelli che nella sinistra rivestono ruoli istituzionali danno la sensazione di evitare il confronto andando a barattare la forza dell’elettorato delle aree di provenienza e di cui non sono proprietari con ricandidature, riconferme o promozioni, consapevoli che un preliminare confronto diretto con la militanza di base li spazzerebbe via impietosamente; penso che non abbiano la percezione che quello attuato  è un comportamento oltre che autolesionistico anche di puro danno per tutta l’area politica di appartenenza che, credetemi,  ha esaurito una pazienza stoica e che non intende più affidare il futuro dei propri figli né a Berlusconi, né ad un berlusconismo altamente contagioso.
                                                                   ing. Raffaello Carlone






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